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Dopo il successo delle rappresentazioni teatrali sul dialetto gallo-italico e sul cantautore Franco Battiato, venerdì 20 Maggio è stata la volta del docente Lorenzo Maniscalco, insegnante di Matematica all'indirizzo del Liceo Scientifico, che ha conquistato la platea dell'Auditorium "V. Nisi" con la sua abilità creativa nell'uso dei pennelli. Il docente ha presentato la sua mostra dal titolo "Le formule dell'arte", una collezione di quadri dove, tra i colori particolarmente e gradevolmente accesi, si celano formule geometriche e tracce di monumenti della nostra città, tra i quali la Chiesa del SS. Salvatore, che, come lo stesso Maniscalco ha affermato, sembrava seguirlo ovunque si spostasse, appena giunto nel nostro paese. E così è accaduto. Il monumento "campeggia" in alcuni dipinti, ma bisogna soffermarsi a cercarlo tra le pennellate colorate per rimanere sorpresi della sua presenza.
La mostra è stata presentata dai colleghi Daniela Mancuso e Stefano Vespo, che sono riusciti a coglierne lo spirito, quello che contraddistingue l'arte secondo il filosofo Kant. Ma non sono mancati gli interventi degli alunni, che più di altri conoscono bene il docente senza che la sua passione per l'arte li abbia, neppure lontanamente, "sbandati", cosa temuta da qualche dirigente, come ha raccontato l'artista, che, oltre a Fisica e Matematica, insegna ai ragazzi a nutrire e coltivare le proprie passioni, così come egli stesso ha fatto, imitando il padre.

E come quest'ultimo dipingeva il volto della sua bambina, suscitando un po' di invidia nel fratellino, il nostro prof. artista, dipinge anch'egli volti e profili femminili, che associa spesso al suo, con una folta barba e due occhi azzurri, uno dei colori accesi prescelti dai suoi pennelli, che spesso si mescola al "colore oscuro" per usare un'espressione dantesca, delle frasi presenti nei suoi quadri, che lasciano tanto spazio all'immaginazione. Particolari fisici del volto, i suoi, che sembrano rifletterne la duplice professionalità, la lunga barba sembra ricordare la difficoltà, a volte insormontabile, di problemi di matematica ed i suoi occhi la bellezza dell'arte.

Maniscalco originario di Sambuca di Sicilia, probabilmente non rimarrà a lungo nella nostra scuola, ma senza alcun dubbio, non ci si potrà dimenticare facilmente di lui. Gli studenti, i colleghi, tutto il personale che lavora a scuola e chi viene e verrà a trovarci, varcata la porta d'ingresso, si troverà di fronte il murale realizzato dallo stesso nell'androne. È la parte di lui che resterà al Testa per sempre.

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