Al via presso il nostro istituto della sperimentazione MODI,  sigla che sta per «Migliorare l’organizzazione didattica», secondo il modello di Raffaele Ciambrone, pedagogista e funzionario del MIUR.
La proposta consiste in un nuovo “modello di programmazione dell’organizzazione didattica che, tra le sue caratteristiche principali, tiene conto dei ritmi di apprendimento degli allievi e alterna le attività intellettuali con quelle manuali”.
(Raffaele Ciambrone- Psicologia e scuola- novembre /dicembre 2016).

La sperimentazione prevede una nuova e flessibile organizzazione oraria delle discipline, per cui gli insegnanti avranno modo di lavorare per più tempo sullo stesso obiettivo: la proposta è quella di abbandonare la tradizionale e rigida modalità organizzativa che vede il quotidiano alternarsi dei due insegnanti di classe (anche tre/quattro nell'organizzazione modulare) nel corso della settimana, con la conseguente frammentazione degli apprendimenti, dal momento che ciascun docente, molto spesso, deve interrompere un argomento per riprenderlo due o tre giorni dopo, se non la settimana successiva “Il che significa, per l’allievo, una stratificazione di contenuti, non coerenti tra loro, che si differenziano di giorno in giorno e di ora in ora, con la conseguenza di un eccessivo sovraffaticamento cognitivo e, in generale, di un sovraccarico di lavoro”
(Raffaele Ciambrone -Psicologia e scuola – novembre/dicembre 2016)
Secondo la proposta organizzativa sperimentale l’orario di insegnamento dovrebbe essere “riformulato sulla base delle necessità dell’alunno piuttosto che sui programmi di studio, applicando i principi della pedagogia e della psicologia anche all’organizzazione didattica. L’esperienza condotta in diverse classi e scuole, ha consentito di elaborare un modello di programmazione fondato sulla suddivisione delle varie discipline in gruppi omogenei e sul loro svolgimento secondo “cicli ritmici”. Ciò può accadere “raggruppando in uno stesso periodo l’apprendimento di alcune discipline di studio” individuando cioè un ciclo letterario, uno scientifico e uno artistico.
Tale strutturazione permette agli alunni di consolidare le proprie le proprie abilità e di acquisire nuove competenze con tempi sempre più adeguati ai ritmi di apprendimento e alle capacità di ogni singolo individuo, favorendo così inclusione e benessere a scuola.
L'argomento trattato viene, di volta in volta, sviluppato e approfondito a livello interdisciplinare, in modo tale che l'apprendimento delle conoscenze sia oggetto di memorizzazione e di studio già in ambito scolastico. Per questa ragione non sono previsti compiti.
“L’alunno deve poter affrontare un argomento senza interruzioni e non abbandonarlo prima di averlo ben acquisito. Occorre inoltre rispettare i ritmi di apprendimento, immettendo con puntualità l’allievo nello studio di certi contenuti, senza sovraccaricarlo, e dando continuità all’azione didattica. Detto in altri termini, mentre il continuo altalenare di contenuti, quale attualmente si verifica, con metodologie, approcci e insegnanti diversi, genera frammentazione dei saperi e, di conseguenza, del processo di apprendimento, la possibilità di potersi soffermare su un tema, di approfondirlo, verificarne e valutarne l’acquisizione, genera progresso nell’apprendimento.” (Raffaele Ciambrone - Psicologia e scuola - novembre /dicembre 2016).