La biografia del grande vulcanologo
Gaetano Ponte, nasce il 21.6.1876 a Palagonia (CT) L’ambiente familiare in cui cresce fortemente impregnato di cultura scientifica, il contatto con un ambiente naturalistico suggestivo e di straordinario interesse per la presenza della Mofeta dei Palici e dell’Etna, e le notevoli doti personali, orientarono sicuramente la scelta professionale del giovane Ponte. Si laurea in Scienze Naturali a Catania, nel 1903, frequenta la famosa scuola petrografica e mineralogica e l’Istituto chimico-fisico presso l’Università di Lipsia e dal 1911 è Docente di Mineralogia all’Università di Catania. Risulta innovativa la sua intuizione di affrontare con un approccio multidisciplinare lo studio dei fenomeni vulcanici, metodologia da lui applicata, grazie anche alle competenze e ai titoli acquisiti nei vari rami delle scienze geologiche ed affini. Avverte la necessità di costituire a Catania un istituto di vulcanologia e si impegna con tenacia per realizzarlo con il duplice scopo di osservare e studiare i fenomeni vulcanici e nel contempo essere una “Scuola” per la formazione di personale altamente specializzato. Nel corso dell’Ottocento si erano registrati due sfortunati tentativi di costituire una struttura attrezzata, uno ad opera del famoso vulcanologo Mario Gemmellaro il quale nel 1804 riuscì a costruire sull’Etna, un rifugio a circa 3000 m., che di fatto rappresentò il primo Osservatorio Scientifico ad alta quota esistente al mondo per lo studio dei fenomeni vulcanici. In seguito, nel 1887, l’insigne vulcanologo Orazio Silvestri riprese il progetto e riuscì a costituire il Regio Osservatorio Vulcanologico Etneo, assumendone la direzione; la sua morte, avvenuta di li a poco, determinò l’abbandono del progetto. Il Professore Gaetano Ponte, docente di Vulcanologia, nel 1919 intraprese con energia e forte determinazione il tentativo dei due sfortunati predecessori, svolgendo un’incessante azione di sensibilizzazione presso Istituzioni pubbliche e private a favore della costituzione di un Istituto Vulcanologico. L’eruzione del 1923 convinse le autorità politiche di allora a sostenere il suo progetto. Furono così promossi interventi finanziari e legislativi che portarono, con il R.D. n° 1179 del 1933 alla costituzione del primo ISTITUTO VULCANOLOGICO UNIVERSITARIO D’EUROPA che vedeva coinvolti diversi soggetti pubblici e privati per il funzionamento della struttura. Il Professore Ponte assunse la direzione dell’Istituto la cui sede fu fissata presso l’Università di Catania, con annessi l’Osservatorio Etneo a quota 2941 m. s.l.m. e il rifugio cantoniera trasformato in Stazione Vulcanologica a quota 1881 m. s.l.m.Accanto ai compiti di monitoraggio si premurò di organizzare un dispositivo di difesa antivulcanica e curò la compilazione di un bollettino mensile sull’attività dell’istituto pubblicato prima su alcune riviste e dall’anno 1936 sotto gli auspici dell’Accademia Gioenia.
La passione per la fotografia gli permise di documentare l’attività scientifica e le sue osservazioni con una produzione di altissimo livello tecnico ed artistico. Fu autore di oltre 150 pubblicazioni su svariate tematiche delle scienze geologiche. Scienziato di fama internazionale, i suoi studi risultano pubblicati in diverse prestigiose riviste scientifiche straniere.Si ricordano scritti sulle formazioni laviche e palagonistiche del distretto eruttivo ibleo, sulla Mofeta dei Palici , località poco distante da Palagonia, sulle fumarole dell’Etna e dello Stromboli, sulle strutture basali dell’Etna, sulla genesi e sulle tipologie delle gallerie di svuotamento nelle colate laviche etnee, sulla genesi delle bombe vulcaniche, sulla necessità di sorveglianza sismica dei vulcani attivi. Di grande importanza infine uno scritto dove, precorrendo i tempi, teorizza la concreta possibilità di deviare il corso delle colate laviche con l’uso di esplosivi. Studioso lungimirante e intellettuale di ampie vedute, evidenzia i riflessi positivi che la presenza dei fenomeni vulcanici avrebbe potuto avere sul turismo e in generale sull’economia della Sicilia. Il lascito del prof. Ponte alle future generazioni non si limita solo al grande contributo dato allo sviluppo della vulcanologia, ma si estende alla dimensione umana della sua personalità espressa nell’attività professionale che per serietà, rigore, passione e impegno profuso negli studi, può essere additata a modello di riferimento per le giovani generazioni.
La passione per la fotografia gli permise di documentare l’attività scientifica e le sue osservazioni con una produzione di altissimo livello tecnico ed artistico. Fu autore di oltre 150 pubblicazioni su svariate tematiche delle scienze geologiche. Scienziato di fama internazionale, i suoi studi risultano pubblicati in diverse prestigiose riviste scientifiche straniere.Si ricordano scritti sulle formazioni laviche e palagonistiche del distretto eruttivo ibleo, sulla Mofeta dei Palici , località poco distante da Palagonia, sulle fumarole dell’Etna e dello Stromboli, sulle strutture basali dell’Etna, sulla genesi e sulle tipologie delle gallerie di svuotamento nelle colate laviche etnee, sulla genesi delle bombe vulcaniche, sulla necessità di sorveglianza sismica dei vulcani attivi. Di grande importanza infine uno scritto dove, precorrendo i tempi, teorizza la concreta possibilità di deviare il corso delle colate laviche con l’uso di esplosivi. Studioso lungimirante e intellettuale di ampie vedute, evidenzia i riflessi positivi che la presenza dei fenomeni vulcanici avrebbe potuto avere sul turismo e in generale sull’economia della Sicilia. Il lascito del prof. Ponte alle future generazioni non si limita solo al grande contributo dato allo sviluppo della vulcanologia, ma si estende alla dimensione umana della sua personalità espressa nell’attività professionale che per serietà, rigore, passione e impegno profuso negli studi, può essere additata a modello di riferimento per le giovani generazioni.
AFT Archivio Fotografico Toscano